lunedì 14 gennaio 2013

Beijing Calling è tornato, su China Files!

Beijing Calling è stato silenzioso per molto, troppo, tempo ma ora è tornato ed ha trovato una nuova e confortevole "casa". Potete così continuare a seguirlo sulle pagine di China Files!
All'indirizzo http://blogs.china-files.com/beijingcalling/ Beijing Calling continuerà a seguire con rinnovata energia e tipica irregolarità la scena musicale indipendente cinese.

Un sentito ringraziamento a China Files per l'amicizia, il supporto e l'ospitalità!

venerdì 4 maggio 2012

Made In Japan

Il più intenso weekend di musica di musica live pechinese è appena passato. Mentre a Roma si è svolto il "concertone" di Piazza S. Giovanni, Pechino ha visto tre giorni di festival rock in diverse parti della città: il "classico" Midi, l'indie Strawberry, e il folk Dong Party per citare i principali. Praticamente tutte le band locali hanno avuto occasione di esibirsi in almeno uno di questi. Sui palchi anche qualche artista straniero, ma niente grandi nomi....

Se ancora vi trovate a Pechino, e di yaogun ("rock") non ne potete più, vi segnalo l'arrivo dal vicino Giappone degli artisti dell'etichetta Flau; elettronica soffice e suadente, che potrebbe essere la giusta colonna sonora  per l'estate pechinese che sembra già essere arrivata.


L'appuntamento è giovedì prossimo (10 Maggio) al 2 Kolegas, ore 9 (Biglietto 80 Rmb).

L'evento è il collaborazione con l'etichetta  / radio digitale pechinese Fruityshop, che alla Flau ha dedicato una puntata speciale del proprio podcast; la potete ascoltare qui, per conoscere la Flau e fare anche un po' di esercizio d'ascolto del cinese.

lunedì 9 aprile 2012

Per favore usa il corpo che polverizza le passioni per fuggire via....

L'ho atteso a lungo, poi finalmente è arrivato, e il primo impulso a scriverne subito è stato rallentato da diversi eventi, compresa una certa delusione...ma ciò non toglie che i Residence A sono uno dei migliori gruppi emersi recentemente dall'underground pechinese: originali ma non sperimentali, giovani ma già solidi, e i loro live sono così esplosivi e coinvolgenti che difficilmente un disco può catturarne l'essenza e l'energia, ed è da qui che viene quel po' di delusione......

L'album d'esordio (se si esclude l'omonimo ep demo) dei Residence A (A公馆  A Gongguan) ha avuto una lunga gestazione: registrato ormai quasi due anni fa dal produttore inglese, ma residente a Pechino, Martin Rawlins, sono poi circolate varie voci sul nome dell'etichetta che lo avrebbe pubblicato, poi alcuni problemi con la realizzazione della copertina, infine finalmente è uscito i primi di Marzo.
Il cd è stato alla fine pubblicato dalla band stessa in modo indipendente (ma attraverso un editore ufficiale per ottenere il "codice isbn" che ne permette la commercializzazione).
L'uscita del disco è ora accompagnata da un tour imponente per numero di date, che in questi giorni sta passando praticamente per tutte le città cinesi di prima e seconda fascia.

Dei Residence A avevo già parlato qualche post fa, a proposito di un loro brano poi contenuto in questo Per favore usa il corpo che polverizza le passioni per fuggire via (traduzione più o meno libera del titolo del disco 请用身体砸碎欲望逃生). Il brano era 送春  (songchun) che ha un incedere quasi epico con un ritornello semplice e un riff solare. Potrebbe diventare un inno per i giovanissimi cinesi (90后) o una hit radiofonica, se in Cina esistessero trasmissioni dedicate alla musica indipendente, e se non fosse per la sua durata che supera i nove minuti, fatti di feedback, un profondo basso "post-punk" e una struttura aperta. Ma è proprio questo che rende i Residence A interessanti, orecchiabili e cantabili ma con arrangiamenti mai banali, piuttosto sempre pronti a esplorare coscientemente i labili limiti (se esistono) che separano i generi musicali. Potrebbero sembrare una band di pop commerciale ma sono qualcosa di più, almeno per ora.
Chi ha già visto il gruppo in uno dei loro innumerevoli concerti ritroverà nel disco anche alcuni brani noti. Il disco infatti mette insieme canzoni recenti con alcuni "classici" già apparsi sul loro primo demo, come Odore  (嗅 xiu), e il suo testo ripetuto all'infinito: "Questo è un mondo caotico, questa è una stagione miserabile, questa è una bella favola, questa è una notte magica", o il live rock anthem "Hello everybody are you ready?" di Il calore sta accanto a te (温暖在你身旁).
Ci sono poi ammiccamenti all'elettronica nell'apertura del disco o nel ritmo di una tastiera giocattolo di Disco. Per poi finire con Compagno/a alla luce del sole (阳光下的伙伴), quasi otto minuti di riff e cori pieni di vita che ci chiudono con i versi "Ancora un sogno a colori, ancora un vento multicolore, ancora una strada da percorrere, ancora una canzone da cantare".


Insomma, sebbene il palco sia la dimensione ideale della band e la registrazione non suoni come dovrebbe, Per favore usa il corpo che polverizza le passioni per fuggire via è un disco di rock potente, melodico, coinvolgente che fotografa un gruppo destinato a crescere ancora di più nel finalmente sempre più affollato mondo dello yaogun (rock) cinese. Loro sono pronti a stupire, e anche a scioccare, a giudicare dal cuore vero in copertina e un coniglio scuoiato, fotografato a dimensioni reali al suo interno; i deboli di stomaco sono avvertiti.




lunedì 19 marzo 2012

Beijing Post Rock

Post-rock. Un genere musicale il cui nome ogni volta che viene citato lo si fa con un certo senso di colpa, quasi che questa definizione in fondo non voglia dire niente.
Ma a un certo tipo di musica un nome si dovrà pur darglielo, tanto più che molti gruppi hanno ormai un suono spesso simile, in questo caso fatto di brani in prevalenza strumentali, in cui tessiture chitarristiche creano dinamiche e atmosfere emotivamente coinvolgenti, soprattutto se si è inclini alla malinconia.
Difficile dire se sia nato prima in Scozia, a Chicago o a Louisville (capitale del Kentucky e del tabacco) ma questi sono luoghi in cui è emerso inizialmente negli anni '90, come forma musicale ibrida e di difficile definizione. Nel tempo si è poi cristallizzato in una forma piuttosto riconoscibile, ed oggi è un genere diffuso un po' ovunque. Non fa eccezione la Cina. 
Che anche la Cina fosse post-rock è già stato detto, in questi ultimi anni questo genere è però cresciuto rapidamente in particolare a Pechino, non solo per quanto riguarda il numero e la qualità di gruppi, ma anche di successo di pubblico.

Lo testimonia proprio Beijing Post-Rock, che si è tenuto al Mao Livehouse lo scorso venerdì 16 Marzo.  Il nome di questo concerto è abbastanza esplicito e il pubblico è stato numeroso, sul palco i principali gruppo del post-rock pechinese: Glow Curve, Sparrow e Grinding Ear.
Sono i Glow Curve (发光曲线  faguang quxian) il gruppo più interessante, soprattutto perché hanno un suono che si sta evolvendo rapidamente, allontanandosi sempre di più dagli stereotipi del post-rock. Originariamente chiamati Maze (迷宫 migong), vivono a Tongzhou, periferia orientale pechinese che da qualche tempo è diventata casa di molti giovani gruppi musicali della capitale,
Glow Curve
grazie anche ad affitti bassi e disponibilità di sale prova. In particolare i Glow Curve nascono dal collettivo/etichetta Nojiji e sono tra i gestori anche di uno dei locali più interessanti dell'underground musicale di Pechino, che è il Raying Temple (小雷音; Josh Feola di Pangbianr.com ne ha già scritto su Wire). Sebbene il loro ultimo (e in verità primo) album segua percorsi piuttosto prevedibili, è dal vivo che i Glow Curve spostano le coordinate del "Beijing Post Rock" un po' più in avanti, anche verso terreni inesplorati. Nonostante alcuni problemi tecnici il concerto di sabato scorso non ha fatto eccezione. 
Gli Sparrow (文雀 wenque) sono poi l'altro gruppo più noto del genere, tanto da avere seguito di fan piuttosto attenti e devoti. 
Chitarre in primo piano, riverberi e delay d'ordinanza, e rigorosamente strumentali. Molti gruppi post-rock possono annoiare i più od emozionare quella fetta di ascoltatori abituati e dal giusto spirito.
In ogni caso, la serata è stata ha celebrato la pubblicazione (per lo più virtuale) di un album che raccoglie il meglio di questi gruppi e lo si può ascoltare qui. E' stato pubblicato dalla 1724 records, una "micro indie label"di Pechino che ha già prodotto dischi interessanti di gruppi post-rock (come Pentatonic e i 48V di Chengdu), e non solo, ma soprattutto è un'ottima occasione per fare la conoscenza del "Beijing Post Rock"!



giovedì 8 marzo 2012

Un panno rosso...

Ancora Caratteri Cinesi ha pubblicato una bella traduzione di Tania Di Muzio del classico di Cui Jian Un Panno Rosso (一块红布).  Indiscusso "padrino del rock cinese", Cui Jian è stato la prima icona rock emersa nella Cina di Deng Xiaoping.
In particolare Un Panno Rosso ha acquistato un significato politico durante le manifestazioni di Piazza Tian'anmen, e proprio per questo è divenuto un classico in qui tutta una generazione si è riconosciuta.
Nella pagina si trova anche un link al video del brano, diretto da Zhang Yuan, il primo regista indipendente cinese, che proprio in quel periodo ha collaborato con Cui Jian nel suo secondo film Beijing Bastards (北京杂种) in cui ha fotografato l'atmosfera di quegli anni (i primi Novanta): l'underground rock, i margini della società, insomma una Pechino diversa e che nel frattempo è già cambiata.


venerdì 2 marzo 2012

Sally Can't Dance sta tornando

Se vi state chiedendo dove sia il limite della sperimentazione musicale in Cina, quanto rumore possa fare un 80后 disilluso, o fino a che punto l'assenza di ogni melodia può essere ancora definita musica, allora alcune risposte le potete trovare questo fine settimana a Pechino, al Sally Can't Dance, rassegna di due giorni avant-rumorista, impro-sperimentale, che in questa quarta edizione raccoglie il meglio (molti direbbero "il peggio") della sperimentazione non accademica di tutta la Cina.
Questo mini-festival si era finora svolto al D-22, mitico locale di Pechino, chiuso poche settimane fa, e quest'anno si svolgerà in un nuovo locale ancora senza nome, ma che sembra essere destinato a diventare nelle prossime settimane proprio la nuova incarnazione del D-22.
Sull'ottimo Pangbianr (che quest'anno è tra gli organizzatori) potete trovare tutte le informazioni e il programma.
Negli anni passati Sally Can't Dance ha visto la partecipazione anche di ospiti internazionali importanti come il chitarrista Fred Frith, quest'anno invece i musicisti sono tutti cinesi, e alcuni di loro si vedono raramente a Pechino. Così oltre a soddisfare tutte le vostre curiosità sui suoni più estremi prodotti in Cina, potrete visitare quello che molto probabilmente sarà il nuovo D-22 e, magari, finalmente capire anche perché un festival musicale pechinese ha prende il nome da una canzone di Lou Reed.

sabato 25 febbraio 2012

China(-Files) Rocks

Beijing Calling è nato da poco, ma ha già contratto un grande debito di riconoscenza con China Files, che è uno dei migliori modi per ascoltare ciò che la Cina ha da dirci, e in italiano... questa voce poi si è fatta ancora più colorata con Caratteri Cinesi che ha in questi giorni pubblicato un bel post sulla nascita del rock in Cina, tradotto da Mauro Crocenzi, che "aiuta a capire cosa l’esplosione del rock cinese ha significato negli ambienti culturali nella Cina degli anni Ottanta e Novanta.". Scritto da Luo Bing, è un omaggio sentito all'esplosione del rock in Cina. Un testo personale e nostalgico, ma dentro il quale si trova un elenco di canzoni e gruppi da riscoprire, per tornare indietro nel tempo e, per noi, vivere per la prima volta una stagione in parte perduta e, forse, irripetibile...